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TURBANTI  INDIANI

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In vari Stati dell'India,i turbanti sono ancora una parte essenziale dell'abbigliamento tradizionale maschile, particolarmente in Rajasthan.

  • Il termine turbante divenne popolare in Europa tra il XV°e il XVI°secolo grazie ai Turchi.
  •  L'etimologia della parola risale infatti al termine turco tulbent,termine composto che indica qualcosa di avvolto su se stesso .
  • Il classico copricapo indiano raggiunge il massimo dell'elaborazione in Rajasthan,dove assume vari significati sociali.
  •  Oltre ad aggiungere eleganza,il turbante in Rajasthan indica spesso ancora oggi la città di origine di chi l'indossa, la professione,la casta,gli eventi familiari ed altri particolari;nei gruppi tradizionali,ancora ci si toglie il turbante di fronte a colui al quale si deve chiedere perdono o un favore,mentre lo si scambia fra uomini per siglare una solida amicizia.
  • Calpestare il turbante di qualcuno è un gesto molto offensivo e la cerimonia del Pagri,il 12°giorno dopo la morte di un capofamiglia,indica nell'India del Nord il vero e proprio passaggio di consegne dal defunto al nuovo capo clan, generalmente il primogenito.
  • Ogni foggia assume un nome diverso e specifico,ma il turbante in termini generali viene chiamato Safa,se la stoffa con cui viene foggiato è lunga 9 m. e larga 1 m.,oppure Pagri  se è confezionato con tessuti lunghi fino a 25 m.e larghi solo 20 cm.

 In circostanze formali i turbanti vengono poi spesso rifiniti con una cresta formata da un'estremità piegata a ventaglio e chiamata Shamla o Turra,mentre le sezioni più umili della società del paese intero si accontenteranno di ripararsi e asciugarsi il sudore annodando attorno alla fronte un semplice Gamucha,cioè un telo sottile generalmente impiegato anche come asciugamano.

  • La scelta del colore di un turbante è fondamentale e chi può permetterselo ne sceglierà uno adatto per ogni occasione.
  •  Colori spenti come il blu,il marrone rossiccio o il kaki indicano un lutto in famiglia,mentre i colori brillanti quali rosso,arancio o giallo limone,segnalano celebrazioni festive,come la nascita di un figlio o un matrimonio nel proprio clan.
  •  Per la cerimonia matrimoniale vera e propria,invece,le stoffe del turbante per lo sposo e i parenti più stretti sono frequentemente intessute di fili dorati o d'argento .
  •  Per la famiglia della sposa,è usanza regalare ai componenti maschi della famiglia dello sposo dei turbanti, chiamati localmente Sirorao,durante la cerimonia nuziale.
  • Alcune tinte sono legate alla stagione,come il turbante Falguniya,bianco o rosso per la primavera,fantasie in rosa, rosso o verde per le festività o quelli in stoffa Lahariya -una delle tecniche bandhani che crea motivi rigati- per la stagione delle piogge.
  • Alcune caste hanno i loro turbanti distintivi e si calcola che superino il migliaio,le diverse maniere di annodare i turbanti in Rajasthan.
  • Anticamente,a corte esistevano specialisti con l'unico incarico di addobbare le teste reali.
  • Nell'India centrale il turbante si riduce e il suo nome locale,Rumal,indica semplicemente un quadrato o un fazzoletto che misura circa 1 metro quadro,variamente avvolto sul capo o impiegato come fusciacca,sciarpa etc.
  • Ma più a Sud,gli uomini nelle occasioni speciali portano l'importante Mysore Peta e i notabili vengono omaggiati con questo turbante durante solenni cerimonie.
  •  Scendendo ulteriormente,la cultura del turbante lascia il posto a semplici pezzi di stoffa,di spugna o di quel che si trova,che riparino dal sole e asciughino il sudore.
  • Solo i Sikh mantengono quotidianamente e ovunque i loro perfetti turbanti,Dastar,che vengono dunque adattati in relazione al colore alle diverse circostanze o professioni:per esempio kaki,per i poliziotti e i militari,esonerati dall'uso dell'eventuale casco o elmetto regolamentare,o anche azzurro,per i cosiddetti Caschi Blu dell'ONU;solo in circostanze informali,di fatica o nelle gare sportive,i Sikh osservanti si limiteranno a coprirsi il capo con quella sorta di bandana con la quale sotto il turbante tengono a bada le lunghe chiome,mai tagliate secondo il precetto religioso e appuntate sulla sommità anteriore del capo.
 
 
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