FATEHPUR SIKRI

 È una città fortificata a 40 chilometri da Agra,edificata da Akbar e capitale del regno Moghul per una quindicina d’anni e poi in fretta abbandonata – da qui il suo soprannome “città fantasma”.Fatehpur Sikri è molto apprezzata per la sua architettura e la sua bellezza decadente.

Il luogo dove sorge la città è un sito preistorico dove sono stati rinvenuti rifugi con pitture rupestri,utensili risalenti ai tempi della pietra,porcellane colorate del 2000 a.C. e articoli verniciati di grigio (del 1200-800 a.C.). Sikri ,infatti,è stata continuamente abitata sin dal periodo preistorico.

Fu Akbar (1556-1605) che spostò la sua residenza e la sua corte da Agra a Sikri,per un periodo di 13 anni ,dal 1572 al 1585, per onorare il mistico astrologo musulmano,il santo sufi Sheikh Salim Chishti,che risiedeva qui (in una caverna ).

Akbar venerò molto questo santo sufi perché per lui era il santo che lo aveva benedetto con un figlio.Si era infatti rivolto a lui per avere un figlio da una delle sue mogli; il maestro gli predisse che avrebbe presto avuto un figlio,cosa che avvenne nel 1569 quando nacque il primogenito maschio a cui ,tra l’altro,diede il nome di Salim (sarà poi imperatore col nome di Jahangir).

Due anni dopo,in segno di riconoscenza,Akbar decise di trasferire la capitale da Agra a Sikri.

Sembra però che dietro a queste ragioni ci fossero anche scelte  militari legate al suo piano di conquista del Gujarat (lo stato più occidentale dell’India).Infatti,quando poi nel 1576 il Gujarat venne conquistato,la città di Sikri venne ribattezzata come Fatehpur Sikri,cioè “città della vittoria” e a seguito di ciò la capitale venne trasferita qui con tutte le istituzioni Moghul.

La città è un capolavoro dell’architettura indo- islamica;tutti i suoi palazzi sono stati costruiti in arenaria rossa e le strutture sono composte da pilastri,archi ornamentali,jharokhas (tipici balconi- finestre con grate rajasthani che caratterizzano i palazzi) e da haveli ,costruite al fine di permettere alle donne della corte di vedere fuori,ma nello stesso tempo di non essere viste dall’esterno.

 Nella città ci sono due sezioni:l’area sacra e l’area residenziale con due diversi ingressi,uno verso la moschea e la tomba dell’asceta Sheikh Salim Chishti,l’altra verso i palazzi della corte di Akbar .

Gran parte degli edifici nella sezione residenziale erano dedicati alle udienze pubbliche e alla vita privata della famiglia del sovrano.

C’è un primo cortile porticato su tre lati,molto ampio,che veniva usato per le udienze pubbliche ed anche per le esecuzioni che avvenivano per schiacciamento ad opera di un elefante;la pietra dove era fissata la catena dell’elefante è ancora visibile.Akbar aveva,infatti, un elefante preferito di cui si può osservare la tomba (“torre dell’elefante”) vicino alla grande cisterna.

In questa zona i luoghi più importanti sono il Diwan i Am,il “palazzo delle pubbliche udienze”,dove Akbar riceveva i rappresentanti del popolo e amministrava la giustizia;nel suo cortile si affaccia il Diwan i Khas,il “palazzo delle udienze private”,composto da due piani dove l’imperatore usava intrattenersi coi saggi e i sapienti;del Diwan i Kaas colpiscono gli eleganti decori scolpiti,in modo particolare ,il grande pilastro centrale, tutto in un unico blocco di pietra,scolpito con i simboli decorativi cari alle tre religioni,islamica, indù e cristiana,che sorregge un grande baldacchino con dei ponti a raggiera su cui trovavano posto i consiglieri dell’imperatore;il Dawlathkhana i Khas ,la residenza privata dell’imperatore che aveva un ingegnoso sistema di ventilazione,simile a quello usato nelle torri del vento in Persia,che garantiva fresco d’estate e caldo d’inverno; su un secondo ampio cortile troviamo il Chaupar o Pachisi Court: nel centro di questo cortile è disegnata una grande scacchiera con una forma particolare che serviva a praticare il gioco del Panchisi con delle pedine umane,le concubine dell’imperatore; il Panch Mahal, padiglione o “palazzo delle donne” dove vivevano  le concubine dell’imperatore; il Padiglione Turco dagli splendidi decori,probabilmente usato dall’imperatore per incontrare ospiti illustri e impressionarli subito con l’eleganza estrema degli ambienti;poco distante,il grande Chatri, la sala con una cupola dipinta nella quale venivano convocati gli astrologi e i filosofi.

C’è poi un palazzo con figure di animali mitologici come guardiani, ed una particolarità: le doppie mura, la cui intercapedine serviva da forziere di pietra per le enormi ricchezze d’oro e di pietre preziose.Altre pietre preziose erano incastonate nelle decorazioni del palazzo,naturalmente sparite subito dopo il suo abbandono.

A Fatehpur Sikri sono presenti soluzioni ingegnose e funzionali,come per esempio l’impianto di “refrigerazione” nella stanza da letto di Akbar,che sfruttava la freschezza prodotta da un pavimento – piscina (usato al tempo stesso anche per scongiurare pericolose incursioni notturne dei nemici).

 L’unico cortigiano ad avere un suo palazzo personale,accanto a quello del sovrano,fu Birbal,il fedele consigliere divenuto leggendario per la sua saggezza (soggetto di tantissime novelle,proverbi e favole per bambini).

La dimora di quest’uomo fu altrettanto furba e intelligente,costruita in diagonale apposta per preservare in qualsiasi ora del giorno almeno una stanza fresca e riparata dal sole.Pare infatti che il braccio destro di Akbar odiasse sudare (e questa zona è caratterizzata da mesi e mesi di temperature estreme).

Nella parte sacra della cittadina si trova la grande moschea Jama Masjid,tra le più grandi dell’India,con una capienza di circa 10.000 fedeli in preghiera.

Nella corte di Akbar si riunivano intellettuali e artisti di tutte le religioni;l’imperatore era particolarmente interessato alla scienza e alla musica e di frequente convocava nel suo palazzo pensatori,teologi e artisti del tempo.

Akbar era curioso,intelligente e tollerante:la sua società era,infatti, multietnica così come la sua famiglia;per questa idea di tolleranza Akbar aveva scelto tre mogli,una musulmana, una indù e una cattolica,e le trattava rigorosamente in modo paritario per mostrare che nel suo impero c’era lo stesso rispetto per tutte le fedi.

Akbar fu il più colto e carismatico dei sovrani moghul;la sua bibilioteca personale era un libirinto leggendario di testi preziosi che i suoi fedeli collaboratori leggevano per lui (il sovrano infatti stranamente non imparò mai a farlo).

Questa bellissima città era stata pensata per disporre di abbondante acqua,così tanta da rifornire le numerose fontane dei giardini e dei cortili e i laghetti,incorniciati da splendide architetture o caratterizzati da piccole isole sulle quali si sedevano musicisti,poeti o signore dell’harem con le loro colombe. Per rinfrescarsi c’era anche una grande piscina,al cui centro sorge ancora oggi una pedana quadrata su cui si esibivano musici e cantori,tra cui Tansen,il musicista di corte,uno dei consiglieri di Akbar.

Improvvisamente,nel 1586,circa tredici anni dopo la sua costruzione,Fatehpur Sikri venne abbandonata.Le ragioni non sono molto chiare.Alcuni l’attribuiscono ad una improvvisa carenza di acqua;infatti,per quanto il progetto fosse impeccabile,le riserve idriche si esaurirono e non ci fu nulla da fare.Senza l’acqua sparì anche la vita e i palazzi imperiali,un tempo intensamente abitati dalla corte del sovrano e dal suo harem,divennero vuoti e silenziosi come un deserto.Secondo altri,si tratterebbe di una motivazione poco plausibile.È più concreta l’ipotesi che ancora una volta motivazioni strategico-militari abbiano giustificato l’improvviso abbandono della città.

Dopo l’improvvisa partenza di Akbar,la città venne praticamente abbandonata e cadde rapidamente in rovina.Fu spogliata delle sue cose più preziose,depredata di ogni arredo,avvolta dall’oblio del tempo.Riscoperta dal vicerè inglese Lord Curzon e da lui restaurata, è giunta a noi con tutta la meraviglia della sua breve storia.

Oggi quello che resta è una piccola cittadina abbandonata,non solo di fatto,ma anche nell’aspetto: comunque ,conserva sempre un suo fascino che ne giustifica la visita.

  • Nessuna nota. Siate i primi a dare!

Aggiungi un commento